Vorrei utilizzare al minimo necessario i riferimenti storici relativi alla mia attività e dire che i primissimi pittori che ho visto sono stati Garzia Fioresi e Pizzirani presso la casa di un mio vecchio zio, liutaio a Bologna.
Questi pittori appartenevano all’ambiente bolognese prima di Morandi ed avevano il gusto della pasta e del colore come espressione della luce. Poi frequentai per un pò di tempo la scuola serale “T.Minardi” a Faenza dove insegnava il Prof. Ortolani, pittore notevolmente orientato verso l’arte moderna, con i radar ben aperti alla realtà della pittura contemporanea. A 14 anni ebbi l’occasione di conoscere il pittore prof. Francesco Nonni che mi fece apprezzare il valore del disegno. Io disegnavo e dipingevo con la matita; poi feci amicizia con il pittore e scultore Guerrino Tramonti, vero maestro del colore presso il quale appresi la capacità di costruire un opera. Egli era un pittore elegante e affrontava con facilità qualsiasi tema ed era intriso di metafisica come il suo maestro Filippo De Pisis. Anche lo scultore Ivo Sassi mi ha elargito il senso della composizione e del volume e mi ha aiutato nel mostrare i miei lavori che precedentemente non avevo avuto il coraggio di esporre se non in mostre collettive. Penso che questi contributi siano stati elaborati alla luce di mostre famose come la Biennale di Venezia del 1948 in cui Cézanne, Chagall, Picasso, Braque e Guttuso furono protagonisti gettando in me il seme dell’arte moderna. Ho sperimentato il cubismo, l’espressionismo, l’astrattismo e un pò l’informale attraverso l’opera di Vedova, Mathieu e Sironi. La pittura informale mi è rimasta addosso perchè non ho sentito i richiami della pop art o dell’arte povera. Dopo aver visitato qualche mostra della transavanguardia, ho tentato di sperimentare un ritorno alla forma e al colore e mi sono sempre di più convinto che l’arte si sviluppa da altra arte. Paladino, Chia, Cucchi sono stati i miei idoli anche se non ho potuto seguirli verso le strade che li hanno portati sulla scia dei “Nuovi Selvaggi” e dei graffitisti americani. Ho mantenuto lo stile dell’arte informale orientata però verso qualche possibile forma riconoscibile. Se prima mi fermavo a macchie significative per la forza intrinseca del colore, ora lavoro arricchendo le immagini di nessi presi da altre arti: la letteratura e la musica. Dimenticavo di dire che ho insegnato per una vita filosofia e lettere nelle scuole pubbliche. Ci tenevo a dire che la mia pittura si è forse arricchita attraverso l’uso del simbolo, del traslato e della metafora. Da ciò il valore della maschera come mezzo espressivo inevitabile di quello che è stato il mio più profondo desiderio: la comprensione ermeneutica o interpretazione della realtà. La vita non va spiegata come se fosse una formula scientifica, ma interpretata e approfondita nei suoi nessi più vasti e significativi. In ciò mi è stata molto utile la lettura dei testi del filosofo tedesco Heidegger, il grande fondatore dell’esistenzialismo insieme a J. P. Sartre, letterato e filosofo francese. L’atteggiamento di base estetico ed artistico è molto importante per una concezione della vita in cui l’attitudine dell’uomo è di esistere, cioè di ex-stare, di sporgere dall’essere. Quindi la verità umana è fondata in una oggettiva inconsistenza. La descrizione della quotidianità rimane quindi come l’unica possibile comprensione della vita. Qualsiasi oggetto della nostra sperimentazione può interessare il poeta e anche il pittore che, diciamolo chiaramente è poeta nel senso etimologico del termine. Spero che questi miei conati siano compresi almeno come appunti di viaggio caratterizzanti la mia esistenza di persona non perfettamente compiuta e gettata in questo mondo. Le tematiche di questi ultimi tempi evidenziano ciò che concerne il singolo che non risce ad essere perfettamente nichilista o smaccatamente credente. Esso è dominato da un perenne spirito tragico, romantico e pessimista che non può essere tradito facilmente. Questo è lo spirito degli ultimi tentativi della mia pittura.
Autopresentazione – Paolo Liverani
